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Il concetto di "disseminazione" viene usato consapevolmente da Derrida nel testo "La dissémination", riferendosi al linguaggio, e da Menna nella mostra Disseminazione nel 1978. Il testo di Giorgio Bonomi, riallacciandosi a quelle prime considerazioni, ha lo scopo e l'ambizione di dare "fondamento teorico" a quelle opere che vari artisti, nel corso del Novecento e in seguito, hanno realizzato proprio con una poetica, e tecnica, della "disseminazione" che così diviene una categoria concettuale di interpretazione di una parte della storia dell'arte contemporanea. Alla luce, quindi, della "frammentazione" della realtà all'inizio del secolo XX in virtù delle nuove teorie scientifiche (fisiche, chimiche, psicoanalitiche), filosofiche, letterarie, artistiche, si affrontano, a partire dai "pezzetti di carta" di Arp gettati in terra e ricollocati a formare il quadro, gli artisti emblematici della seconda metà del Novecento quali, dopo una rapida ricognizione dei "disseminatori" di segni (Dorazio, Accardi, Nigro), Fontana che "disseminava" buchi sulla superficie, Castellani i chiodi dietro la tela, Tony Cragg, Christian Boltanski, Giulio Paolini, Paolo Icaro, Mimmo Paladino, Marco Gastini, Luigi Mainolfi e altri, fino all'artista che della "disseminazione" ha fatto il fondamento forte della sua poetica, Pino Pinelli, per poi esaminare velocemente artisti più giovani, come Maurizio Arcangeli, Paola Pezzi, Ketty Tagliatti, Simona Uberto, Eduard Habicher, Vanessa Beecroft, Christiane Lòhr.